Sophie O'Ferrall Confalonieri

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Il copertina: una lettera di Sophie O'Ferrall, presso Rigsarkivet. Foto di Lucia Falzari.

Fra le persone che hanno avuto a che fare con Anne Lister e che sono in qualche modo collegate all'Italia troviamo Sophie O’Ferrall. Non moltissimo era noto sul suo conto, al di là del fatto che avesse sposato uno dei più noti patrioti italiani – Federico Confalonieri – e, appunto in tempi più recenti, di quel che ha lasciato scritto Anne.

Cerchiamo allora di capire chi e come fosse davvero Sophie attraverso i documenti – pubblicati e non – e soprattutto le tante preziose lettere inedite dei suoi familiari che abbiamo trovato negli archivi tra l’Italia e la Danimarca. Eccovi Miss Sophie O’ Ferrall.

Scritto da Francesca Raia
Tradotto in inglese da Lucia Falzari, design & visual a cura di Irene Trotta
Pubblicato il 22/11/2021 • Ultimo aggiornamento il 22/11/2022
Tempo di lettura: 3040 minuti

Cliccare sull'immagine per una visione in alta definizione – Albero genealogico della famiglia O'Ferrall. Per la ricostruzione delle relazioni sono stati consultati: Skeel, Schaffalitzky og Ahlefeldt; Ancestry; Rigsarkivet (l'archivio centrale di Stato della Danimarca) e la tavola genealogica presente nel libro 'Il pio Asilo Butini Bourke: un istituto per le donne senesi fondato da una nobile popolana' di Barbara Capitoni.

Miss Sophie (Sophy) O’Ferrall

Nell’estate del 1833, Anne Lister viaggiò da Parigi – passando per la Germania – fino a Copenhagen con una giovane donna come compagna: Miss Sophie O’Ferrall. Come Anne racconta, Sophie aveva rifiutato un nobiluomo Russo di ventisette anni più grande di lei (20, secondo Madame de Bourke), e perciò la zia de Bourke la invitò a ritornare dalla sorella, la contessa Emily von Blücher-Altona, a Copenhagen. 

Tra il pubblico di Gentleman Jack, Sophie è ricordata per essere stata la compagna di viaggio (e di ballo) di Anne nell’episodio 8. 

Stando ai diari di Anne Lister, durante il viaggio verso la Danimarca tra Sophie e Anne non mancarono baci, carezze e discorsi incentrati sul vivere insieme, naturalmente per Anne si trattò di solo divertimento, qualcosa da fare quando si è annoiati, tant’è vero che il flirt terminò appena giunte a destinazione. Lei e Sophie in realtà si erano già incontrate qualche anno prima, il 9 gennaio 1831, quando Anne si trovava ancora a Parigi con la zia Anne Lister Senior nell’appartamento di Rue Godot de Mauroy nr. 39:

Madame de Bourke e sua nipote ci hanno fatto visita – si sono sedute con mia zia per 10 minuti o 1/4 d’ora – è stato molto piacevole e mia zia è rimasta molto contenta della loro visita.

Dal diario di Anne Lister, 9 gennaio 1831, traduzione.

"Madame de Bourke  and her niece had called – came in to my aunt and sat with her 10 minutes or 1/4 hour – made very agreeable and my aunt was much pleased with their visit.". Dal diario di Anne Lister, 9 gennaio 1831, trascrizione, [SH:7/ML/E/14/0010]. Image courtesy of West Yorkshire Archive.

Ma chi era Sophie O'Ferrall? 

Miss Ferrall discendeva da una famiglia di origini irlandesi, inglesi, danesi e russe, era infatti la figlia di Sophie Krempion e Roger O’Ferrall, ciambellano del regno di Danimarca e proprietario di diverse piantagioni e di schiavi ad Annaly sull’isola di St. Croix nelle attuali Isole Vergini americane. La sua nascita – stando al certificato di morte – è riconducibile al 1812 e molto probabilmente ebbe luogo nel Devonshire in Inghilterra, dove gli O’Ferrall vissero in quegli anni prima di trasferirsi a Copenhagen. Qui, Sophie visse fino al 1830 quando poi si trasferì a Parigi a casa di Madame de Bourke (vedova del diplomatico danese Edmund de Bourke) dove visse insieme al fratello Edward, già ospite della zia da qualche anno.

La giovane Sophie si adattò alla vita e alla società parigina, in poco tempo fu invitata a diversi balli e feste di corte la sua certa accortezza nel vestirsi non passò inosservata: 

Sophy ha ormai fatto il suo debutto in società – Sabato è andata ad un ballo all’opera. Il lunedì prima e quello di questa settimana ad uno a corte. Giovedì invece ad un ballo a casa di Madame [Cambacérès]. Venerdì ad uno di Lord Granville e martedì a quello degli Appony. Inoltre è stata anche invitata a ben quattro balli sia della principessa Wagram che di Madame [Cambacérès]. Credo sia davvero abbastanza per il momento. All’ultimo ballo a corte lei [Sophy] stava straordinariamente bene, indossava un abito di velo color bianco e una mantiglia fatta con i suoi merletti ed una ghirlanda di fiori di diverso colore tra i capelli; a quello precedente invece un abito rosa di velo, con tre ampi chiffon che scendevano dalla vita con un grande fiocco all'estremità di ciascuno e dei fiori rosa tra i capelli. Il suo valzer è molto ammirato. Sophy è la giovane aristocratica più schietta che abbia mai conosciuto.

Da una lettera di Edward O'Ferrall alla sorella Annie, traduzione (n.d.), fondo archivistico famiglia Castonier.

"Sophy is now lancée – Saturday she was at a Ball at the opera the Monday before at one à la court, last Monday another one at court, Thursday a Ball at Madame [Cambacérès], Friday one at Lord Granville and Tuesday one at the Apponys’. Besides that she is invited to four at Princess Wagrams’ and four at Madame [Cambacérès] – that is quite enough for the present at the last Ball at court she looked remarkably well, dressed in a white figured gauze gown a mantille which she made with her barbes; a wreath of different coloured flowers in her hair – at the preceding ball she had on a pink figured gauze gown, as a garniture three broad chiffons going down from the waist with a large bow at the end of each and pink flowers in her hair her waltzing is much admired – Sophy is the most downright little aristocrate I have ever known."

Da una lettera di Edward O'Ferrall alla sorella Annie, trascrizione (n.d.), fondo archivistico famiglia Castonier.

Il suo stile colpì anche Anne Lister che – dopo aver preso parte al ballo in onore del compleanno della regina di Danimarca nel 1833 – annotò nel suo diario:

Miss Ferrall era la ragazza più carina e meglio vestita.

Dal diario di Anne Lister, 30 ottobre 1833, traduzione.

"Miss Ferrall the prettiest best dressed girl" – Dal diario di Anne Lister, 30 ottobre 1833, trascrizione, [SH:7/ML/E/16/0129]. Image courtesy of West Yorkshire Archive.

Seppure il suo nome fosse Sophie, nelle lettere i fratelli e le sorelle si riferivano a lei con Sophy. Fu lei stessa in realtà a far presente al fratello Edward la sua intenzione di cambiarlo una volta a Parigi. Nella parte conclusiva di una epistola si firma Sophy O’Ferrall aggiungendo che 'questo sarà il mio nome quando verrò a Parigi’ (that is to be my name when I come to Paris).

Due firme di Sophie O'Ferrall – La prima in cui si firma "Sophie" e la seconda in cui si firma "Sophy O'Ferrall". Fondo archivistico famiglia Bourke. Image courtesy of Rigsarkivet.

Come già anticipato, tra zia e nipote c’era molta tensione. In quegli anni l’atmosfera dell’appartamento di via St. Honoré deve essere stata molto pesante: 

Al momento l’armistizio tra lei e Madame è concluso. In queste occasioni adotto un ‘principio di intervento del tutto pacifico’ con lo scopo di raggiungere in termini diplomatici una sorta di trattato di pace fra le due.

Da una lettera di Edward O'Ferrall alla sorella Annie, 27 marzo 1831, traduzione, fondo archivistico famiglia Castonier.

"At present there is an armistice concluded between her and Madame I adopt in this occasion the principe d’une intervention toute pacifique and I hope by means of that diplomatic plan to succeed in bringing about a final traite de paix."

Da una lettera di Edward O'Ferrall alla sorella Annie, 27 marzo 1831, trascrizione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Il ricco gentiluomo russo non deve essere stato il primo nobile presentatogli dalla zia che Sophie rifiutò. In un periodo come quello dell’Ottocento in cui il matrimonio rappresentava un accordo economico tra le due parti, la giovane danese dall’animo romantico aveva un'idea ben determinata del tipo di unione che desiderava:

“Con mio grande dispiacere credo che Sophy non si sposerà mai. Sposerà solo l’uomo che ama.”

Da una lettera di Edward O'Ferrall alla sorella Annie, traduzione (n.d.), fondo archivistico famiglia Bourke.

Foto della lettera di Edward O'Ferrall alla sorella Annie che recita: "Sophy, I see to my great despair, will never get married – she will only marry a man she loves." (n.d.), Image courtesy of Rigsarkivet.

Pertanto nel 1833 lasciare Parigi e la zia matchmaker non fu un dispiacere: 

Sembra che lei e Madame de Bourke non vadano d’accordo e Miss F- [Ferrall] non ha alcuna intenzione di ritornare [a Parigi].

Dal diario di Anne Lister, 23 agosto 1833, traduzione.

"It seems she and Madame de Bourke do not suit and she Miss F- [Ferrall] has not thought of going back [to Paris].". Dal diario di Anne Lister, 23 agosto 1833 , trascrizione, [SH:7/ML/E/16/0099]. Image courtesy of West Yorkshire Archive.

Contrariamente ai suoi piani, dopo 6 anni trascorsi come ospite della sorella Emily al nr. 147 di Amaliegade a Copenaghen, Sophie – ancora nubile e con un fidanzamento saltato – dovette ritornare a Parigi. Fu proprio qui, nella casa della zia – luogo di ritrovo per i diversi emigrati italiani, specialmente lombardi – che, durante una delle tante cene (dinner parties), Sophie fece la conoscenza del suo futuro marito il conte Federico Confalonieri. Sì, quel Confalonieri da poco liberato dopo lunghi anni di prigionia. 

Facciamo un passo indietro nel tempo.

Nei diversi territori dell’Italia preunitaria del 1820 e 1821 si susseguirono diversi moti rivoluzionari volti ad abbattere i regimi assolutisti con lo scopo di ottenere sia l'indipendenza dai sovrani stranieri che una prima costituzione. Questi moti – che si spensero senza nulla di fatto – colpirono anche Milano, capitale del Regno Lombardo-Veneto e sotto dominio austriaco. Nel 1821 il conte Confalonieri prese parte all’insurrezione lombarda contro gli austriaci e tentò di predisporre un governo provvisorio per la Lombardia. Per questo motivo, il 13 dicembre del 1821, Confalonieri fu arrestato dalla polizia austriaca e processato. Nel 1823 fu riconosciuto colpevole e condannato a morte insieme ai suoi commilitoni nella prigione asburgica dello Spielberg. Tredici anni più tardi la pena fu commutata con la deportazione in America nel 1835. Sbarcò a New York nel febbraio del 1837 ma ad agosto fece già ritorno in Europa più precisamente in Belgio per poi essere riammesso in Italia 3 anni dopo. 

Il patriota italiano era di circa 27 anni più grande di lei ed aveva perso la sua prima moglie Teresa Casati molti anni prima. Sophie lo descrisse così alla sorella Annie nel novembre del 1839:

Confalonieri è l’unico gentiluomo tra gli altri, è un uomo amabile, e signorile nei modi e poi ha un’aria così interessante da renderlo avvenente.”

Da una lettera di Sophie O'Ferrall alla sorella Annie, novembre 1839 in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”,  traduzione. 

Confalonieri is the only gentleman among them, he is a very amiable man, quite a gentleman in manners and sentiments and then there is a certain interest attached to him, I think which makes him attractive.

Da una lettera di Sophie O'Ferrall alla sorella Annie, novembre 1839, in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”

Lui [Confalonieri] è uno dei miei più particolari amici, vorrei che tu lo conoscessi, è un uomo così gentile, così signorile, mite e religioso.”

Da una lettera di Sophie O'Ferrall alla sorella Annie, (n.d.), in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”, traduzione.

“He is one of my particular friends, I wish you could know him, he is such a nice man so gentlemanly, mild and religious.”

Da una lettera di Sophie O'Ferrall alla sorella Annie, (n.d.) in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”. 

Ritratto raffigurante il Conte Federico Confalonieri. Incisione di Parmiani, metà del XIX secolo. Dal libro "Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi. Parte I."

Sophie era così affascinata dalla personalità del conte da non escludere già nel 1839 la possibilità di un matrimonio:

Confalonieri è uno degli uomini più gentili che abbia mai incontrato e quando si è a conoscenza del suo comportamento da nobile durante tutte le sue sofferenze non si può fare a meno di amarlo. Ha circa cinquant’anni ma sembra più anziano in volto, nonostante ciò ha un aspetto elegante ed è molto vivace quando parla. Siamo così grandi amici che non mi stupirei se lo prendessi nel bene o nel male.

Da una lettera di Sophie O'Ferrall alla sorella Annie, (n.d.) in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”, traduzione. 

Confalonieri is one of the most amiable men I have ever met with and when one knows how nobly he behaved during all his sufferings one cannot help loving him. He is about fifty but looks more in his face, although his figure is very fine and he is very lively when he talks. We are the greatest friends in the world and I should not be astonished if I took him for better or for worse.

Da una lettera di Sophie O'Ferrall alla sorella Annie, (n.d.) in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”. 

La Contessa Sofia Confalonieri

Il matrimonio tra Frédéric Jean Baptiste François Gaspard Camille comte de Confalonieri e Sophie Anne Ferrall fu celebrato solo il 31 luglio del 1841, due anni dopo il loro primo incontro, ritardo dovuto molto probabilmente a dei continui ripensamenti e indecisioni da parte dell’anziano conte, per le pressioni sia del padre che della matrigna. 

Quello stesso giorno i Confalonieri partirono per Copenhagen:

[...] passando per Francoforte, Colonia, Hannover ed Amburgo, nel Settembre saremo di ritorno a Parigi, passando per il Belgio [...] nell’Ottobre ci restituiremo in Patria se così a chi dispone degli umani eventi parerà e piacerà.

Da una lettera di Federico Confalonieri alla Marchesa Costanza Arconati, 21 luglio 1841 in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”. 

Contrariamente da quanto programmato, Federico e Sophie si trovavano ancora a Parigi nell’ottobre del 1841. Come Federico spiega a Silvio Pellico in una lettera del 16 ottobre, era loro intenzione partire entro la fine del mese:

E questo approposito è un caso intenzionato, su del quale già ti consultava in quella mia lettera ch’è tuttora senza risposta, e su del quale forza mi è ora il consultarti di nuovo, e l’avere una tua risposta, posta corrente, cioè prima della mia partenza che sarà prima del finire di questo mese.

Il Risorgimento italiano. v.15-16 1922/23, Lettera XVIII.

Lasciata Parigi, i conti valicarono il passo dello Spluga il 4 novembre e attraversarono Chiavenna, Varenna, i laghi di Como e Lecco fino a giungere in Brianza, più precisamente a Carate dove Federico Confalonieri presentò Sophie ai suoi parenti:

Dalle mie due famiglie dello zio e del fratello, e da tutti i pochi intimi e migliori cui l’ho fin’ora fatta conoscere, viene la mia Sofia accolta cordialmente; ciò mi basta ed è tutto quanto desidero, perché di estese e clamorose società non solo non ce ne curiamo, ma ci sarebbe ad entrambi insostenibili.

Il Risorgimento italiano. v.15-16 1922/23, Lettera XX.

Dopo poco tempo i Confalonieri sembravano già condurre due vite separate. É Eliza ad offrire una descrizione dettagliata del loro rapporto una volta rientrati dalla luna di miele:

Loro [i Confalonieri] non sono fatti l’uno per l'altra. Da quello che ci racconta Sophie, lei è molto preoccupata per lui infatti è diventata terribilmente magra. Tuttavia quando sono in pubblico sono come due tortorelle, lei lo chiama ‘mio caro’ e lo bacia molto di più di quanto a lui piaccia – parlando tra di noi – ma lei dice è lui a dirle di dover apparire affettuosa altrimenti gli altri potrebbero pensare che l’abbia sposato solo per i suoi interessi [...] É strano che da quando sono tornati non ha mai presentato Sophie. Lei fa sempre compere da sola, mentre lui esce ogni sera per fare le sue visite. Le dice che i suoi modi sono così sgradevoli che non osa presentarla ai suoi amici.

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 13 settembre 1841, traduzione, fondo archivistico famiglia Castonier.

They are not suited to each other at all, and so she says he tells her all day long – From her account he worries her a great deal, and she is certainly grown dreadfully thin – However when they are together in public they are like two tourterelles– she calls him mon cher forever and kisses him rather oftener than he seems to like entre nous – however she says he tells her she must appear fond of him before other people as otherwise they will think she married him from interest [...]  It is strange that he has introduced Sophy nowhere since she arrived – she is always shopping alone, and he leaves her every Evening, to make his own visits – She says he tells her that her manners are so disagreeable that he does not dare to present her to his Friends.

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 13 settembre 1841, trascrizione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Ovviamente gli O’Ferrall erano molto addolorati per Sophie, ma erano anche fiduciosi che una volta in Italia, ‘da sola, tra la sua gente’ (quite alone among his own people),  la vita coniugale sarebbe migliorata.

Apparentemente, fu proprio così. Giunti a Milano nel mese di novembre, Federico Confalonieri non perse tempo e con evidente compiacimento informò i suoi ex-compagni di prigionia dell’avvenuto matrimonio. Nella lettera del 16 ottobre – precedentemente nominata – indirizzata a Silvio Pellico – patriota e autore di "Le mie prigioni" – il conte descrisse la sua sposa con meticolosità:

Questa fanciulla, ch'ora è la mia buona, affettuosa e cara consorte, ha 30 anni, è nata in Inghilterra ed è di famiglia ora Danese, ma di origine Irlandese emigrata come cattolica per causa di Religione al principio dello scorso secolo. Parla l'Inglese, il Danese, il Tedesco ed il Francese come sue lingue, e l'Italiano come una lingua d'adozione. È assai religiosa di credenza e di pratica, e disingannata e schiva del mondo, quanto il sono io. Ama la solitudine, ossia la vita ritirata, ama il bene, ama i buoni di tutti i paesi, ha amato me perché mi ha creduto buono, – ed in ciò si è ingannata, – ama te perché lo sei, ed ha amato ed ammirato innanzitutto la mia Teresa [la sua prima moglie] perché lo era eminentemente, né si è in ciò certo ingannata. Essa chiamasi di nome Sofia, di cognome O' Ferrall d'Annaly, provincia che da' suoi antenati possedevasi con quasi regio dominio. È picciola di taglia, bruna di capegli e di occhi, ha figura piuttosto Italiana o Spagnola che Nordica, non è bella ma non ha difetti. Dopo tutto ciò se tu non la conosci ancora non saprei più come meglio fartela conoscere che col condurtela.

Da una lettera datata 16 ottobre 1841 di Federico Confalonieri a Silvio Pellico in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”.

Mentre a Piero Maroncelli raccontò l’origine di questa seconda unione:

“[...] Eccoti un cenno sulla persona che la Provvidenza ha voluto ancora largirmi a dolce compagna dei giorni che m’avanzano. La mia Sofia, d’origine Irlandese (della famiglia O’Ferrall, già Signora di Annally [Annaly] in Irlanda, per guerre di religione trapiantatasi da un secolo in Danimarca) fu da me conosciuta, per due anni prima del mio rimpatrio, in Parigi, presso d’una vecchia sua Zia, la contessa di Bourk [Bourke], ove era venuta in visita. Soltanto al mio partire da Parigi m’accorsi a prove non dubbie di un’inclinazione ch’ella nutriva per me e m’avea sempre nascosto: ciocché diede luogo ad un carteggio prolungato fra noi per un anno a capo del quale credetti di poter risolvermi a farla mia. La sua adorazione per l’angelica mia Teresa, di cui altro non mi domandava che di poter compiere presso di me qualche vece, non ti tacerò, che fummi potentissimo impulso alla determinazione, e, quasi a consacrazione dell’espressomi suo voto, il giorno che la impegnai la mia parola, le cinsi anche un braccialetto dei capegli di Teresa, ch’Ella serberà qual reliquia per tutta la vita. A te non fa bisogno ch’io cenni tutti i misteri di dolore e d’amore, di legame fra il passato, il presente e l’avvenire, che in sé racchiude questo semplice rito. Né il voto di Sofia, benché arduo, mostrossi mai temerario. Io passai tutto questo verno fra letto e casa, fra malattia, larvate convalescenze e ricadute per infiammatoria-reumatica affezione di petto: e la mia buona Sofia non uscì in quattro mesi, alla lettera una sol ora di casa: mi fece ogni giorno 5. o 6. ore di lettura Italiana o Francese, o dall’Tedesco o dall’Inglese traducendo. Essa conosce il mondo assai bene avendo 30. anni ed avendone vissuti 10. alla corte di Danimarca, e senza disprezzarlo, ne é al par di me disingannata ed aliena. Dessa ama la lettura, la campagna, la vita tranquilla e ritirata al par di me, se non anche maggiormente. Ha ingegno ed istruzione assai, né quasi s'accorge di averne, scrive bene in più lingue, e mi fa spesso da segretario, né le mancano le qualità che bastarono all’elogio funebre di quella Romana: Lanam fecit, domum servavit ['filava la lana, curava la casa']. Oltre a ciò bisogna anche, onde essere ritrattista fedele, che ti aggiunga, ch’ella ha di avvenenza femminile quanto basta per poter piacere anche a chi ne fosse più di me curante, e che mi ama di un’amore che non avrei mai pensato poter ancora, alla mia età, toccarmi in sorte. Quelli che s’interessano dunque a me davvero, vedranno che il Cielo ha voluto ancora accordarmi in questi ultimi giorni più di bene che non mi fosse mai dato di aspettarmi quaggiù; a quelli che ci invidiano non so che augurare io altrettanto di cuore: a que' poi che ci maledicono, cosa per me inconcepibile, se non è originata da qualche errore di fatto, io desidererei di buon grado maledizione alla mia somigliante.” 

Da una lettera di Federico Confalonieri a Piero Maroncelli, 26 giugno 1842, trascrizione, fondo archivistico Piero Maroncelli, Biblioteca Saffi, Forlì. 

Lettera di Federico Confalonieri a Pietro Maroncelli, 26 giugno 1842.  Fondo Piero Maroncelli, 9/101; presso sez. Fondi Antichi Biblioteca Saffi di Forlì. 

In assenza di un suo ritratto, queste descrizioni ci possono aiutare a definire il profilo della contessa Confalonieri. Ma c’è dell'altro. Tra lei e la madre vi era una forte somiglianza che tutti sembravano rimarcare:

L'abbiamo trovata estremamente simile al ritratto della carissima mamma e quando le si illumina il viso non ho mai visto un'espressione così intensa in nessun'altra persona tranne che nella mamma.

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 12 settembre 1839, traduzione, fondo archivistico famiglia Castonier.

We found her extremely like dearest Mama’s picture and when lighted up I never saw so speaking an expression in any other person but Mama.”

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 12 settembre 1839, trascrizione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Ritratto di  Sophy O’Ferrall (Krempion) – madre di Sophie O'Ferrall – di Jens Juel. Copyright © Lauritz.com/Museumsbygningen Kunstauktioner.

Anche lui [Confalonieri] mi trova il ritratto di mamma, è molto strano che [io] non riesca a vedere la somiglianza, ma tutti mi dicono che è sorprendente come l'espressione sia la stessa.

Da una lettera di Sophie O’Ferrall alla sorella Annie, (n.d.) in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”, traduzione. 

He likewise finds me like mama’ s picture, it is very odd I cannot see the likeness but they all tell me it is astonishing how the expression is the same.

Da una lettera di Sophie O’Ferrall alla sorella Annie, (n.d.) in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi”. 

Di certo al conte e alla contessa le comodità non mancarono. Confalonieri acquistò perfino la casa attigua a quella nella quale aveva vissuto in precedenza con il padre, in via Monte di Pietà, spendendo un totale di 245.000 lire italiane per l’operazione e le varie riparazioni, come riportato nel quaderno nr. 14 pubblicato dalla Rivista milanese di economia nel 1987 per il bicentenario della nascita di Federico Confalonieri.

Milano, Via Monte di Pietà 14, Palazzo Confalonieri, facciata (1939 ca. - 1949 ca.). Gabinetto Fotografico Nazionale, Foto Milano , inv. FM URB 73.

Milano, Via Monte di Pietà 14, Palazzo Confalonieri, portale di ingresso (1924 ca. - 1928 ante). Raccolta Iconografica , inv. RI 13317.

Nella capitale lombarda le carrozze dei Confalonieri pare fossero molto rinomate:

Visconti è tornato da Milano e ci ha detto che le carrozze e i cavalli di Sophie sono ammirati da tutti.

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 30 aprile 1842, traduzione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Visconti is come from Milan and says that Sophys’ carriages and horses are the admiration of everybodys.

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 30 aprile 1842, trascrizione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Effettivamente, nel 1842 e nel 1846 le uscite di Casa Confalonieri relative alla Scuderia, selleria e carrozze erano rispettivamente 12.580 e 8.812 lire italiane (dati estratti dalla rivista precedentemente menzionata). Inoltre, si frequentavano con le famiglie più prestigiose della città:

I Borromeo e i Litta hanno parlato di Sophy che sembra aver avuto un egregio successo a Milano. Ne sono così fiera, povera ragazza, perché anche se i milanesi non le piacciono, è importante che piaccia a loro. L’altro giorno i Collegno sono venuti a farci visita e hanno parlato con grande ammirazione della sua devozione per Confalonieri. Lei è la sorella del Marchese Arconati (uno studioso) mentre lui è un Marchese piemontese [...] lui spera di avere una cattedra qui e così sono venuti per l'inverno [...]. Hanno cenato tutti con Sophy tre settimane fa e Collegno mi ha detto che Con[falonieri] gli aveva parlato di lei nei termini più alti.

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 30 novembre 1843, traduzione, fondo archivistico famiglia Castonier.

The Borromeos and Litta talked of Sophy who appears to have succeeded admirably at Milan – I am so glad of it poor girl, for altho’ she does not like the Milanese, it is important that they should like her. The Collegnos called upon us the other day, and spoke with great admiration of her dévouement to Confalonieri – She is the sister of the Marquise Arconati (a Savante) and Collegno is a Piedmontese Marquis [...] he hopes to have a chaire here and so they are come for the Winter [...] They all dined with Sophy three weeks ago and Collegno told me that Con[falonieri] had spoken of her to him in the highest terms.

Da una lettera di Eliza O’Ferrall alla sorella Annie, 30 novembre 1843, trascrizione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Il soggiorno milanese non durò molto. Per migliorare le condizioni di salute del conte, i Confalonieri viaggiarono a lungo sia in Italia – Lombardia, Toscana, Campania e Sicilia – che all’estero – Spagna, Portogallo, Malta, Grecia e Turchia. Si spinsero fino ad Alessandria d’Egitto, dove arrivarono a gennaio del 1845.

Durante il viaggio di ritorno in Europa, i Confalonieri passarono per Napoli. Secondo la copia del certificato di passaporto, il conte e la contessa Confalonieri lasciarono la capitale campana il 20 giugno 1845, con direzione Marsiglia, via Genova.

Fotografia del passaporto in cui si legge "Conte Federico Confalonieri, con sua consorte". © Documento conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli. Immagine coperta da copyright. Riproduzione riservata. Fondo Ministero degli Affari Esteri, busta 6598. Foto di Francesca Raia.

Da Marsiglia, è presumibile, che avessero raggiunto Parigi dove all’inizio dell’anno (a febbraio) si era spenta la cara zia (e amica di Anne Lister), la contessa de Bourke.

I Confalonieri avevano già soggiornato a Napoli nel dicembre 1842, quando sostarono dal 19 al 12 gennaio del 1843. Poco tempo dopo però, fu disposto il 21 febbraio del 1844 il divieto per Federico Confalonieri di entrare nel Regno delle Due Sicilie.

Divieto di entrare nel Regno in cui si legge "Confalonieri Conte Federico di Milano – Vietarsi l'ingresso nel Regno" (21 febbraio 1844). © Documento conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli. Immagine coperta da copyright. Riproduzione riservata. Fondo Prefettura di Polizia, busta 2846. Foto di Francesca Raia.

Quello stesso anno durante il loro viaggio verso Malta fu negato il lasciapassare per Napoli da Roma, i coniugi furono infatti costretti a salpare da Civitavecchia “con un battello da guerra francese” diretto all’isola, dove giunsero l’8 dicembre.

Di là partiti per terra alla volta di Roma, per evitare il soverchio malumore del mare, e passato in quell’alma città una decina di giorni, molto correndo per tutto vedere, volendo proseguire a Napoli, mandai per mio passaporto, al quale, già dall’austriaca ambasciata e da tutte le altre autorità sottoscritto, venne rifiutato il visa di Napoli.

Da una lettera datata 15 dicembre 1844 del Conte Federico Condalonieri al Conte Luigi Porro Lambertenghi in “Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi."

Il 14 dicembre tale divieto fu revocato, come indica questo documento conservato all'archivio di Stato di Napoli:

Revoca del divieto di ingresso nel Regno in cui si legge "Confalonieri –  Conte Federico di Milano –  È rivocato il divieto di entrare in regno". © Documento conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli. Immagine coperta da copyright. Riproduzione riservata. Fondo Prefettura di Polizia, busta 2846. Foto di Francesca Raia.

Dalla fine del 1845 al novembre del 1846, i Confalonieri vissero nella capitale francese. Durante il viaggio da Parigi a Milano Federico Confalonieri spirò in Svizzera:

Ritornando nel dicembre del 1846 accompagnato dalla seconda moglie Sofia O’Ferrall, giunse Federico Confalonieri il giorno 8 ad Hospenthal nel Canton d’Uri, ove prese alloggio all’albergo del Leone d’oro. Al suo arrivo era in condizioni di salute tanto infelici, che lo si dovette trasportare a braccia dalla carrozza alla camera preparatagli. Il male andò aggravandosi repentinamente, ed il giorno 10 nel pomeriggio egli non era più. L'idropisia, dalla quale già da tanti anni era travagliato, lo aveva ucciso.”

Da "Memorie e Lettere" di Gabrio Casati. 

Felice Calvi autore del saggio “Le esequie del conte Federico Confalonieri in Milano” compreso nel Giornale della società storica lombarda riporta (tradotta) una parte di lettera che Sophie scrisse alla sua famiglia per dar notizia del triste avvenimento:

È morto senza soffrire, e avendo tutta la sua conoscienza e tutti i soccorsi che ha potuto avere, e che stava tanto bene fino ad Hospenthal, ed era contentissimo del viaggio perché trovava che gli audava [andava] bene. Lui era così sicuro di non essere in pericolo, ed il medico di Parigi aveva assicurato che poteva senza pericolo fare il viaggio, ed il medico di Hospenthal dice che non era possibile per lui farlo, perché se fosse stato a Parigi, non avrebbe avuto che qualche giorno di vita di più.

Da "Le esequie del conte Federico Confalonieri in Milano" di Felice Calvi.

Edward Bourke-Ferrall accorse subito dalla sorella. Il 6 gennaio del 1847 venne sorteggiato come membro della giuria il cui servizio avrebbe avuto inizio soli dieci giorni dopo, ma trovandosi a Milano la Corte francese lo esonerò per quella sessione, come riportato su due periodici francesi: Gazette de France (del 6 gennaio 1847) e Journal des débats politiques et littéraires (del 17 gennaio 1847).

Alla morte del marito, a Sophie furono concessi diversi beni: il palazzo Confalonieri Semira di Zelo Surrigone (valutato 250.000 in lire italiane, come riportato nella "Rivista milanese di economia"), gli affitti di due proprietà ‘Cascina Grande’ e ‘Brusata’ (450.000 lire) e il palazzo in via Monte di Pietà (228.000 lire). 

Il funerale fu celebrato nella chiesa di San Fedele a Milano il 30 dicembre 1846, sotto l’occhio vigile della Polizia austriaca che temeva che questa commemorazione avrebbe potuto riaccendere gli animi anti-austriaci già diffusi tra la popolazione milanese. Molti accorsero per dare un ultimo saluto al patriota italiano:

Oggi, prima di mezzodì, ebbero luogo in S. Fedele le esequie del conte Federico Confalonieri. La chiesa era piena zeppa di gente; la piazza e le vie adiacenti ingombre di equipaggi signorili.

Da "Le esequie del conte Federico Confalonieri in Milano" di Felice Calvi

Sempre Calvi sostiene che le spese delle esequie ammontarono a 2696 lire austriache raccolte tramite oblazioni, oltreché dodici torce per gli staffieri, e trentasei candele per le Stelline (un antico istituto milanese per orfanelle).

Chiesa di San Fedele oggi, Milano. Foto di Irene Trotta.

Sia prima che dopo la morte del Confalonieri, Sophie intrattenne una corrispondenza con i compatrioti del marito. Nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze è conservata una lettera firmata Confalonieri OF. indirizzata a Gino Capponi (marchese e politico fiorentino) e datata Milano 26 gennaio 1847, in cui la contessa lo ringrazia per le condoglianze e il conforto che aveva ricevuto dalla sua corrispondenza:

Signor Marchese,  ho molte scuse da farle per non aver risposto prima alla lettera così amichevole che ha avuto la gentilezza di scrivermi. Non posso esprimerle abbastanza la mia gratitudine per tutte le gentili parole che [ha avuto] per me, non le merito affatto, perché col cercare di addolcire un po' le sofferenze del mio povero marito ho solo compiuto un dovere che tutti gli altri avrebbero fatto e seguito i sentimenti del mio cuore. È per me una grande consolazione vedere quanto la memoria di mio marito sia tenuta in considerazione da tutti i suoi amici."

Traduzione della lettera di Sophy Confalonieri a Gino Capponi, (Coll. Gino Capponi, box XVII nr. 35 Biblioteca Nazionale, Firenze).

Monsieur le Marquis - J'ai bien des excuses à vous faire de n’avoir pas plus tôt répondu a la lettre si amicale que vous avez eu la bonté de m’ écrire Je ne puis trop vous exprimer ma reconnaissance pour toutes les expressions bienveillantes qui s’y trouvent pour moi, je ne les mérites nullement car en tachant d’adoucir un peu les souffrances de mon pauvre mari je n’ai fait  que remplir un devoir qu'eût fait tout le monde et suivre les sentimens de mon cœur c’est une grande consolation pour moi de voir combien la  mémoire de mon mari est tenue en estime par tous ses amis.” 

Trascrizione della lettera di Sophy Confalonieri a Gino Capponi (Coll. Gino Capponi, box XVII nr. 35 Biblioteca Nazionale, Firenze).

Lettera di Confalonieri O’Ferral Sophy diretta a Capponi Gino, 26 gennaio 1847. Raccolta Gino Capponi, cassetta XVII nr. 35. Su concessione del Ministero della Cultura - Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. È vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.

La vedova Confalonieri: dal patriottismo agli ultimi anni di Sophy

Sophie restò in Italia per qualche anno. Nell’autunno del 1847 visitò sia Firenze che Roma con la sua nuova dama da compagnia Miss Shaw; quest'ultima aveva preso il posto di Mademoiselle Gassie, l’ex-dama di compagnia della zia de Bourke, che era ritornata a Parigi. Dalla corrispondenza tra la marchesa Costanza Arconati e la scrittrice Margaret Fuller Ossoli si evince che la vedova Confalonieri conducesse una vita appartata:

Mi ha scritto due volte da quando è a Roma, sembra che non veda nessuno, credo che ora senta che la compagnia della brava signorina Gassie sarebbe stata una risorsa per lei.

Da una lettera di Costanza Arconati a Margaret Fuller Ossoli, 22 novembre 1847, in "Margaret Fuller Ossoli e i suoi corrispondenti, con lettere inedite di Giuseppe Mazzini, Costanza Arconati, Adam Mickiewicz ed altri" di Emma Detti, traduzione. 

“Elle m’à écrit deux fois depuis qu’elle est à Rome, il paraît qu’elle ne voit personne, je pense qu’elle sent à présent que la société de la bonne Mademoiselle Gassie aurait été une ressource pour elle.” 

Da una lettera di Costanza Arconati a Margaret Fuller Ossoli, 22 novembre 1847, in "Margaret Fuller Ossoli e i suoi corrispondenti, con lettere inedite di Giuseppe Mazzini, Costanza Arconati, Adam Mickiewicz ed altri" di Emma Detti. 

Nella Milano temporaneamente liberata dall’occupazione austriaca come risultato delle cinque giornate del marzo 1848, Sophie diede il suo contributo ai primi tentativi di unificazione del territorio italiano. 

Il suo nome, infatti, compare tra le delegate della Commissione delle Signore Milanesi riconosciuta da un Decreto Governativo datato 25 giugno del 1848 del Ministero della Guerra il cui fine era quello di ‘raccogliere ed inviare camicie ed altri oggetti di biancherie ai prodi che combattono per la santa Causa Italiana’.

Lista delle delegate della Commissione di Signore Milanesi, 1848. Da "Raccolta dei decreti, avvisi, proclami, bullettini ec. ec. emanati dal Governo provvisorio, dai diversi comitati e da altri dal giorno 18 marzo 1848 in avanti: 2, Volume 2."

Nel mese di luglio queste gentildonne riuscirono a far spedire ben "4000 camicie, 600 lenzuola, 800 paja di mutande ed inoltre un gran numero di letti, oggetti di vestiario, di ambulanza, commestibili" ed altro.

Lista delle delegate della Commissione di Signore Milanesi, 1848. Da "Raccolta dei decreti, avvisi, proclami, bullettini ec. ec. emanati dal Governo provvisorio, dai diversi comitati e da altri dal giorno 18 marzo 1848 in avanti: 2, Volume 2."

Questi tentativi furono vani. Ad agosto l’esercito austriaco rientrò a Milano e pose fine alle speranze di un’unità nazionale. Quello stesso anno il suo nome risulta anche nella lista delle contribuenti per la bandiera italiana offerta all’esercito del Regno di Sardegna (ovvero ligure-piemontese) a sostegno dell’unificazione italiana. La bandiera fu realizzata "in ricamo dal sig. Giuseppe Martini, sui disegni del sig. Angelo Rossi coi bronzi cesellati del sig. Giovanni Bellezza".

Lista delle contribuenti alla bandiera offerta dalle donne milanesi al prode esercito ligure-piemontese ed al suo generoso duce (1848).

A febbraio del 1853 si trovava in Danimarca, a casa del padre Roger con la sorella Louisa e non sembra godesse di ottima salute:

“Questo inverno Sophy mi sembra piuttosto carina e giovane ma si lamenta molto delle oppressioni di cui soffre – tutto nervosismo, credo – come sempre, vive nella malinconica illusione di essere detestata da tutti, rendendo così sia sé stessa che gli altri infelici. Quest'inverno non va d’accordo con i Blücher e, come dice lei, loro sono le uniche persone alle quali tiene. Quindi come puoi immaginare, [Sophy] trascorre i suoi giorni in un modo molto malinconico. È estremamente gentile ed affezionata a papà e molto amichevole con me.

Da una lettera di Louisa O’Ferrall al fratello Edward, 8 febbraio 1853, traduzione, fondo archivistico famiglia Bourke. 

Sophy looks quite pretty and young this winter – but she complains a good deal and suffers from oppressions – all nervousness I think – as usual she passes her time in the melancholy delusion that she is detested by everyone and therefore makes herself and others unhappy – she cannot agree with the Blüchers this winter and as she says they are the only persons she cares for you may imagine her days pass very melancholy – she is extremely kind and affectionate to Papa and very aimable to me.

Da una lettera di Louisa O’Ferrall al fratello Edward, 8 febbraio 1853, trascrizione, fondo archivistico famiglia Bourke. 

Il suo soggiorno danese terminò l’anno seguente. Il giornale francese “Le Sémaphore de Marseille” del 3 dicembre 1854 riporta il passaggio di Mme la comtesse de Confalonieri da Copenahague per la capitale parigina e Marsiglia (all’hotel d’Orient), con direzione Nizza allora un territorio italiano sotto il controllo del Regno di Sardegna. La contessa percorse lo stesso tragitto qualche anno dopo, quando il suo nome è tra gli arrivati all’hotel Bristol a Marsiglia il 4 gennaio 1857.

È però indubbio che Sophie si trovasse a Milano verso la fine degli anni 50. Negli “Annali universali di medicina” del 1860, il suo nome è tra i mecenati dell’Ospedale militare di Santa Maria di Loreto eretto per accogliere i feriti della battaglia di Magenta (del 4 giugno 1859) e tutti coloro che avevano preso parte alla seconda guerra d'indipendenza italiana, combattuta dal Regno di Sardegna e la Francia di Napoleone III contro l’Impero Austriaco.

Elenco dei Mecenati dell'ospedale a Santia Maria di Loreto. "Confalonieri signora Sofia". Dagli Annali universali di medicina: 1860, nr. 7-9. 

Trasferitasi poi a Blevio un comune in provincia di Como che affaccia sul lago Sophie continuò a frequentare la cerchia di amicizie della principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso, una scrittrice, giornalista ed editrice di giornali rivoluzionari che partecipò attivamente al Risorgimento e che aveva criticato aspramente il conte Confalonieri nel suo libro "Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi" per la sua gestione dei moti del 1820-21.

A Belvio si riuniva intorno a lei [la principessa] un piccolo gruppo di amiche fre le quali la più affettuosa era Sofia O’Ferrall, vedova del conte Confalonieri, che evidentemente non le portava rancore per le critiche da lei rivolte un tempo al suo defunto consorte.

Da "La principessa del nord. La misteriosa vita della dama del Risorgimento: Cristina di Belgioioso" di Arrigo Petacco. 

Anche in questo caso, la loro conoscenza si deve a Madame de Bourke. Pare, infatti, che la principessa Belgiojoso frequentasse il salotto parigino della contessa già nel 1830:

Immagino che Sophy abbia menzionato la Principessa Belgiojoso nelle sue lettere – è molto bella – si comporta piuttosto leggermente come un’italiana.

Da una lettera di Edward O’Ferrall alla sorella Annie, 13 luglio 1830, traduzione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Sophy, I suppose, has mentioned in her letters Princess Belgiojoso who is very handsome – she behaves rather lightly quite à l’Italienne.

Da una lettera di Edward O’Ferrall alla sorella Annie, 13 luglio 1830, trascrizione, fondo archivistico famiglia Castonier.

Una lettera della sorella Eliza diretta a Sophie per prepararla all’imminente morte del fratello Edward (avvenuta il giorno dopo, il 19 giugno 1868), lascia trapelare che anche la salute della contessa fosse molto precaria: “Ti scrivo per prepararti al peggio perché temo di sconvolgerti nel tuo stato di salute” (“I wrote this to prepare you for the worst as [I] fear to shock you in your state of health”).

È a Blevio che la vedova Soffia O’Ferral vedova del conte Federico Confalonieri morì il 22 novembre del 1868 alle ore quattro del mattino nella Casa d’abitazione posta in vicinanza alla chiesa parrocchiale al civico numero quattro, ossia nella villa Chasteler de Visart.

Stando a quanto si legge nel libro "Tipi e Tipe Bleviani illustri tra Settecento e Ottocento" di Gianluigi Valsecchi, nel certificato medico, in aggiunta, viene indicato idrotorace quale causa della morte, ovvero la presenza di liquido sieroso accumulato nella cavità pleurica. 

Il funerale ebbe luogo il 25 novembre "con i sette preti e la Compagnia del Sacramento" e fu celebrato dal parroco di Torno. Sophie riposa nel cimitero comunale di Blevio, quindi lontano dal marito Federico che invece fu sepolto per suo volere vicino alla prima moglie Teresa nel Mausoleo della famiglia Casati in Brianza.

Il rito religioso fu pagato dal re Vittorio Emanuele II di Savoia (il primo re d’Italia dopo l’unificazione del 1861) che conoscendo la precaria situazione finanziaria della contessa, ordinò che “dalla sua cassetta particolare venisse erogata una somma per le spese del funerale” rendendo così onore ai Confalonieri che tanto avevano creduto nell’Unità d’Italia.

La lapide della contessa ormai italiana recita così:

Sophia de Burgo [de Bourke]

dei Conti irlandesi O’Ferral

vedova del Conte Federico Confalonieri

al quale sofferente di una lunga malattia

ella prestò assistenza senza posa

duplicò l’amore

improvvisamente mancata

il giorno 22 novembre 1868

ad anni 55

Qui riposa in pace

Da "Periodico della Società storica per la provincia e antica diocesi di Como", nr. 117-120, traduzione.

Sophia de Burgo 

ex comitibus hiberniensibus O’Ferral

vidua comitis Friderici Confalonieri

cui diuturno morbo laboranti 

subsidium juge praestitit

amorem duplicavit 

improviso exitu correpta

die XXII novembris MDCCCLXVIII

annos nata LV

hic requiescit in pace

Da "Periodico della Società storica per la provincia e antica diocesi di Como", nr. 117-120.

Al momento, non si è ancora risaliti all’esatta data di nascita di Sophie O’Ferrall e quindi è solo possibile ipotizzarne l’anno. Nel luglio del 1833, dopo una conversazione con Madame de Bourke, Anne Lister annotò nel suo diario che Sophie avrebbe 24 anni facendo risalire la sua nascita al 1809 ma nel censimento danese della famiglia Blucher del 1834, accanto al nome di Sophie troviamo indicato come età 22 anni, e quindi la sua nascita è riconducibile al 1812 come lascia anche supporre il certificato di morte di Blevio che riporta che la contessa avesse cinquantasei anni quando spirò. Inoltre è da notare che Confalonieri nella lettera a Piero Maroncelli (datata 26 giugno 1842) scrive: “Essa conosce il mondo assai bene avendo 30 anni ed avendone vissuti 10. alla corte di Danimarca”. Cinquantacinque anni è invece l’età che le viene riconosciuta sulla lapide. Dato che Edward O’Ferrall nacque il 21 settembre 1811 e la sorella Annie il 26 ottobre 1813, possiamo supporre che Sophie sia nata in questo arco di tempo.

Nell’anniversario della morte di Sophie O’Ferrall, ci sembra doveroso ricordare questa donna dalla "fraîcheur extraordinaire" (freschezza straordinaria), sempre alla moda, abile nel ricamare, versatile nelle lingue, amante dell’andare a cavallo e della vita ritirata, che conobbe intimamente la nostra Anne, ma che soprattutto assistette alla nascita del regno d’Italia e abbracciò la storia e la cultura del nostro paese.

Come citare questo articolo

Francesca Raia, Lucia Falzari, Irene Trotta, 2021. “Sophie O’Ferrall Confalonieri”, Anne Lister Italia (consultato il giorno mese anno)


Fonti:

Anne Lister. (1831, 9 gennaio). [Pagina del diario di Anne Lister, 1 gennaio 1831-31 dicembre 1831].  LISTER FAMILY OF SHIBDEN HALL, FAMILY AND ESTATE RECORDS, INCLUDING RECORDS OF ANNE LISTER, DIARIST, (SH:7/ML/E/14/0010), West Yorkshire Archive Service, Calderdale, Inghilterra, Regno Unito.

Anne Lister. (1833, 30 ottobre). [Pagina del diario di Anne Lister, 13 gennaio 1833-9 marzo 1834].  LISTER FAMILY OF SHIBDEN HALL, FAMILY AND ESTATE RECORDS, INCLUDING RECORDS OF ANNE LISTER, DIARIST, (SH:7/ML/E/16/0129), West Yorkshire Archive Service, Calderdale, Inghilterra, Regno Unito.

Anne Lister. (1833, 23 agosto). [Pagina del diario di Anne Lister, 13 gennaio 1833-9 marzo 1834].  LISTER FAMILY OF SHIBDEN HALL, FAMILY AND ESTATE RECORDS, INCLUDING RECORDS OF ANNE LISTER, DIARIST, (SH:7/ML/E/16/0099), West Yorkshire Archive Service, Calderdale, Inghilterra, Regno Unito.

(1841, 31 luglio). [Il certificato di matrimonio di Federico Confalonieri e Sophie Ferrall]. 5Mi1 2124, (foto 9), download del 6 novembre 2021, Archives de Paris, I Arrondissement, Parigi. 

Archivio nazionale della Danimarca Rigsarkivet, https://www.sa.dk/en/

Annali universali di medicina: 1860, 7 - 9. (1860). Italia: (n.p. 29).

Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di Giuseppe Gallavresi. Parte II – Sezione II,  1913

Civico Archivio Fotografico, Gabinetto Fotografico Nazionale, fondo Foto Milano, inv. FM URB 73, Milano.

Civico Archivio Fotografico, fondo Raccolta Iconografica , inv. RI 13317, Milano.

Como e Lecco, Lombardia – Registri di stato civile 1866–1936 Family search.

deLuxe Catalogue Auctions, catalogo dell'asta a cura di Lauritz.com/Museumsbygningen Kunstauktioner, marzo 2007.

Federico Confalonieri aristocratico progressista nel bicentenario della nascita (1785 - 1985) a cura di Giorgio Rumi.

Fondo Piero Maroncelli, 9/101; presso sez. Fondi Antichi Biblioteca Saffi di Forlì. 

Gazette de France, 6 Janvier 1847, Retronews. 

Il Risorgimento italiano. v.15-16 1922/23, HathiTrust Digital Library.

Journal des débats politiques et littéraires, 17 Janvier 1847, Retronews. 

La principessa del nord. La misteriosa vita della dama del Risorgimento: Cristina di Belgioioso a cura di Arrigo Petacco.

La vita et il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia primo re d'Italia a cura di Giuseppe Massari (1880).

Le esequie del conte Federico Confalonieri in Milano di Felice Calvi in Archivio Storico Lombardo : Giornale della società storica lombarda (1884 giu, Serie 2, Volume 1, Fascicolo 2).

Le Sémaphore de Marseille, 3 Décembre 1854, Retronews. 

Le Sémaphore de Marseille, 4 Janvier 1857, Retronews. 

Lista delle contribuenti alla bandiera offerta dalle donne milanesi al prode esercito ligure-piemontese ed al suo generoso duce (1848), Google Books. 

Margaret Fuller Ossoli e i suoi corrispondenti, con lettere inedite di Giuseppe Mazzini, Costanza Arconati, Adam Mickiewicz ed altri a cura di Emma Detti, 1942. 

Memorie e lettere vol. 1, pubblicato per cura di Gabrio Casati, 1889. 

Periodico della Società storica per la provincia e antica diocesi di Como, nr. 117-120, 1934, Biblioteca Digitale Lombarda.

Raccolta dei decreti, avvisi, proclami, bullettini ec. ec. emanati dal Governo provvisorio, dai diversi comitati e da altri dal giorno 18 marzo 1848 in avanti: 2, Volume 2, Google Books. 

Raccolta Gino Capponi, cassetta XVII nr. 35 Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. 

Tipi e Tipe Bleviani illustri tra Settecento e Ottocento a cura di Gianluigi Valsecchi, 2004.

Ringraziamenti:

I nostri ringraziamenti speciali vanno ad Adeline Lim, per la condivisione del proprio materiale e delle sue conoscenze sui periodi danese e parigino (e non solo) di Anne Lister, aiutandoci ad approfondire i legami tra le famiglie citate e a redigere in tempi record  anche la versione inglese di questo documento.

Grazie a Packed with Potential per gli strumenti preziosi e l'esperienza che mettono ogni volta a disposizione attraverso il loro sito.

Grazie a Julie Gonnet per aver corretto la trascrizione della lettera in francese della Contessa Confalonieri al Marchese Capponi.

Grazie al West Yorkshire Archive Service per quanto riguarda i diari di Anne Lister, agli Archivi di Parigi per il certificato di matrimonio, all’Archivio di Stato di Napoli e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Grazie anche allo staff del Rigsarkivet di Copenhagen, a quello dei Fondi Antichi della Biblioteca Saffi di Forlì e all'assessore Silvia Cappi del Comune di Blevio, per l'assistenza durante la ricerca e raccolta dei documenti presenti in questo articolo.

Grazie ad Anne Choma per essere stata la prima a farci scoprire il legame italiano di Sophie, nel suo libro “Gentleman Jack: the real Anne Lister". 

A Roberto Fabbri, che ha avuto cura della nostra logistica a Copenhagen.